martedì, luglio 03, 2007

Premio Oscar

La mia mente è molto cinematografica. Soprattutto in questo periodo. Se sto facendo qualcosa e mi parte un pensiero, difficilmente riesco a fermarlo. E mi lascio trasportare completamente creando colonne sonore e effetti speciali degni delle migliori pellicole.
A volte sorrido, immersa nei pensieri, altre volte quasi mi commuovo, altre ancora mi faccio tenerezza, altre mi faccio spaccare dal ridere, tipo quando poco fa dovevo chiudere un cancello e nel buio del cortile per farmi luce continuavo ad aprire e chiudere la mia macchina che con il telecomando fa accendere le 4 frecce: apri-luce arancione, chiudi- luce arancione, apri-luce arancione, chiudi- luce arancione E mi immaginavo in una sequenza di un film tragicomico.
Non so come succede. Il film parte e basta. Prima stavo guidando in una strada un po’ buia (per fare un esempio) e ho incrociato una macchina ferma senza le quattro frecce. Loro però non avevano un cancello da chiudere:) E allora ho immaginato che in quella macchina si stava consumando un crimine da film horror. Che magari la tipa stava battendo la mano contro il finestrino vedendo la mia macchina. Scena dopo: io che canto e penso “eh sti qua staranno facendo le cose zozze” scuotendo la testa con la radio a palla.
Quindi vivo molti momenti della mia giornata come delle piccole opere cinematografiche.
Per questo non ascolto molto le persone. (scusate) Mi basta davvero poco…

Questa sera stavo tornando a casa. Avevo appena parcheggiato la Vespa. Casco in mano, giacca addosso (non ricordavo nemmeno di averla messa), passo lento. Il sorriso che mi riportava a qualche minuto prima con me e Vale da Camaieu, io nel camerino a provare una gonna che poi ho comprato, lei con lo sgabello dell’altro camerino di fronte a me a chiacchierare, con la commessa che ci guarda basita.
Citofono a casa. Tutto si è svolto al rallentatore.
Sento una frenata pazzesca, volto il viso lentamente. Un botto. Una macchina si alza da terra in verticale..Vedo tutto il tetto grigio della macchina e la donna vestita di bianco dentro. Poi ricade a terra, su un fianco. Le immagini e l’audio erano sfalsate. Con lo sguardo ho seguito attentamente la macchina che ricadeva sull’asfalto. Poi silenzio.. Come quando una penna rotola dal tavolo e non riesci a fermarla. O come quando ti cade un bicchiere dalle mani e pensi “ ah se avessi allungato un piede non si sarebbe rotto”
Poi silenzio.
Per me la donna della macchina grigia era morta.
Le sono corsa incontro. Lei si è slacciata la cintura. Quindi era viva. Ma per me era sempre morta. Mi ha detto che sentiva puzza di benzina. Io le ho chiesto se stava bene. Lei continuava a dire che c’era puzza di benzina. Ho visto la macchina esplodere. Batteva le mani contro il vetro, la portiera era incastrata. Io ho visto la macchina esplodere per la seconda volta.
L’hanno tirata fuori.
Sono andata dall’altra ragazza. Era agitata. Le ho detto che nessuno si era fatto male. Non so come sia potuto succedere con un botto simile, ma la signora dall’abito bianco non aveva nemmeno un graffio.

Quando succedono queste cose mi fa impressione sapere che due macchine possano occupare la stessa porzione di spazio nello stesso momento. E provocare un botto. Chiamalo destino.
Questa volta è stato il “film” a provocare i pensieri.

p.s. La pianta di fronte a me a casa di mia sorella ha il tronco che con i nodi forma una faccia. Credo che fra poco mi parlerà :)

2 commenti:

the muffin woman vale ha detto...

senti questa: sabato sera. pista da ballo liscio tra gli alberi. una serie di luci circonda l'area. solo 2 coppie ballano. a un certo punto partono musiche alla yan thiersen in amelie. una coppia si guarda, probabilmente è l'ultima sera che passeranno insieme. l'inquadratura è sulle loro sagome.si concedono quest'ultimo ballo.lui probabilmente tornerà in italia. la musica finisce, lasciano la pista,le teste basse. era il loro ultimo ballo

the muffin woman vale ha detto...

questo è ciò che ho visto in una normale sera di liscio a santuario sopra savona.
e che ho fatto vedere al pasto, lui annuiva, forse mi assecondava..;)